Se hai fatto una formazione Nia hai sentito e “incorporato” il termine  atleta sacro. 

I Giochi Olimpici in corso, che seguo con ammirazione ma anche con un certo pathos per ogni gara, mi hanno dato lo spunto per ricordare a me stessa di coltivare l’atleta sacro in me. 

Me lo ha ricordato l’emozionante discorso di apertura dei Giochi Olimpici tenuto da Tony Estanguet, ex campione olimpico. 

Nel dare il benvenuto agli atleti a Parigi ha detto : 

“Che emozione vedervi sfilare tutti assieme, è un raro e prezioso momento. 

Anche se i Giochi non possono risolvere tutti i problemi dl mondo , le discriminazioni, non spariscono in una serata, ma ci avete ricordato quanto è bella l’umanità quando si raccoglie. Quando tornerete al villaggio olimpico manderete un segno di speranza al mondo un luogo dove le persone di ogni cultura e religione possono vivere insieme, ci ricorderete che è possibile. Nei prossimi 16 giorni sarete la migliore versione dell’umanità. “  Tony Estanguet 

Quando in Nia usiamo il termine di Atleta Sacro intendiamo questo: 

L’Atleta Sacro segue il proprio scopo puntando verso una meta desiderata, l’ideale che desidera raggiungere. Seguendo uno scopo, l’Atleta Sacro sviluppa e accresce il proprio potenziale.

Gli Atleti Sacri giocano la partita della vita vivendo pienamente il loro scopo in ogni momento, vincendo la partita della vita vivendo nel loro corpo e vivendo la loro vita usando la consapevolezza, il movimento, la gioia e le scelte per giocare la partita della vita sul campo della loro vita, trasformando il potenziale in possibilità. Le più piccole scelte sono importanti e ogni passo sul cammino dell’Atleta sacro viene celebrato. La destinazione finale non è considerata il solo punto di arrivo. Ogni passo dello sviluppo è visto come una parte importante dell’intero viaggio.

Forse  avete seguito le polemiche relative alla nuotatrice che ha perso la gara per un centesimo di secondo e piangendo a fine gara ha detto he comunque piangeva di gioia per essere arrivata quarta. Lei secondo me rappresenta un esempio di Atleta Sacro. Ha dato il massimo, ha perso, ma è commossa per la sua prestazione. 

Al di là delle Olimpiadi e delle prestazioni, quello che Nia mi insegna è proprio questo: non importa dove posso arrivare, importa quanta attenzione, dedizione, energia metto in quello che voglio raggiungere, che sia una coreografia, un passo difficile oppure un obiettivo che voglio raggiungere: dedicare almeno un’ora al giorno al movimento, leggere due libri al mese, qualsiasi obiettivo è valido.  

Posso decidere di autocommiserarmi e piangermi addosso perché non ho il tempo o la volontà di fare quello che mi prefiggo, oppure sfoderare lAtleta Sacro in me. 

In questi giorni possiamo veramente ispirarci ai giovani atleti che hanno dedicato anni di vita a raggiungere risultati e ognuno di loro ha la possibilità di mostrare davvero la versione migliore dell’umanità. 

Difficilmente potremo essere al livello atletico di Benedetta Pilato o Simon Biles, ma a livello personale possiamo diventare tutte medaglie d’oro di quello che vogliamo raggiungere. 

E allora: medaglia d’oro per tutte!!!