Sembrerà ridicolo e superficiale ma uno dei miei grossi problemi di questi ultimi giorni era: festeggiare o non festeggiare il mio “importante”compleanno?
Ho passato giornate alla ricerca di un’idea, di un locale che potesse andare bene per tutte le persone che desidero vicine, anche se molte sono molto lontane.
Paradossalmente più cercavo e più peggiorava il mio stato d’animo e non ne capivo il perchè.

Meglio fare un passo indietro per chiarire

Qualche mese fa sono stata invitata al compleanno “importante” (anche se con dieci anni di differenza) della mia cara amica Mateja in Slovenia.
Aveva organizzato tutto già mesi prima, mi aveva invitato con largo anticipo e conoscendomi ogni tanto mi ricordava della mia promessa di partecipare.
Con delicatezza controllava ad intervalli regolari se avevo comprato il biglietto e se non mi ero creata altri impegni.
Il suo invito era in grandissimo stile. Includeva un soggiorno di quattro giorni a casa sua come ospite di riguardo, una gita alle grotte di Postumia, una cena di pesce con il suo ragazzo e chiaramente la grande festa.

Sono stata un’ospite felice, mi sono commossa nel percepire l’affetto del quale la vedevo circondata.
Tutti gli invitati hanno interagito anche se non si conoscevano, l’atmosfera che si è creata era di vera e propria festa, riconoscenza, amore.

Questa festa ho avuto una doppia valenza per me: io ero ospite e allo stesso tempo mi sentivo anche un pò a “lezione di festeggiamento”, sapendo che poco dopo sarebbe toccato a me gestire una data di rilievo.
Quindi ho osservato, ammirato e memorizzato questa “lezione di festeggiamento”.
E così ho imparato che non basta essere generose, essere brave ad organizzare, curare tutti i dettagli, trovare il posto adatto, invitare le persone che importanti e vicine. Ho imparato che tutto questo non basta affatto.
Bisogna anche sapere indossare i panni della festeggiata, diventare la vera e propria Regina della Festa.
Mateja ha dimostrato di essere estremamente a suo agio nel ruolo.
Abbiamo ballato, cantato, mangiato e bevuto in onore di Mateja. Ci sono stati momenti estremamente emozionanti e commoventi.

Memore di questa esperienza e facendo i conti con il diverso stile organizzativo- o meglio la mancanza di stile – e soprattutto di carattere, ho pensato di creare un momento per onorare il mio simile traguardo.
Ma più cercavo, più progettavo e più saliva la malinconia e l’insicurezza, emozioni contrastanti con quelle che un tale evento “dovrebbe” suscitare. Emozioni poco regali. Insomma non mi ci vedevo proprio nel ruolo di Regina della Festa.

Per capire cosa mi stava succedendo e il perché questo improvviso cambiamento di umore ho dovuto ballare, camminare, nuotare e meditare.
La conclusione è stata: non voglio festeggiare alla grande, non voglio che il cambiamento di cifra numerica determini la mia vita.
Mi sono ricordata di essere piuttosto refrattaria alle feste “comandate” e preferire i festeggiamenti spontanei.
E se lasciassi passare inosservato, senza grandi clamori questo zero e il passaggio dal 9 agli altri numeri fosse una continuità armoniosa anziché declamata ai quattro venti?

A Nia impariamo a muoverci in modo che non ci siano “stacchi”tra un movimento e l’altro, senza cuciture, senza strappi. Seamless continuity.
A me questo concetto piace moltissimo sia riferito al movimento che alla vita. Perché contrassegnare momenti speciali quando ogni momento può essere speciale?

L’ultima lezione del training di Nia che sto frequentando era sul simbolo del Fiore della Vita. Era proprio quello che mi serviva per sentire e interpretare i segnali di tristezza che provavo.
Nel simbolo del fiore della vita, costituito da 19 cerchi di uguali proporzioni , ogni cerchio unito agli altri crea un fiore è ogni fiore è ugualmente importante nel disegno generale.
Non ci sono fiori predominanti.
Danzando questo simbolo il mio corpo ha sentito e ricordato la valenza di ogni esperienza, mentre affioravano anche ricordi di momenti che mi sembravano banali .
I momenti importanti non sono solo quelli da incorniciare, ma anche quelli apparentemente insignificanti hanno creato la mia vita. La nascita dei miei figli, li trasferimento in Italia, la passeggiata in spiaggia, le chiacchiere con la mia vicina di casa mentre apro il garage.

Ogni momento, ogni respiro, ogni movimento, è una infiorescenza che interagisce con le altre. Ogni infiorescenza è preziosa.

Mi stavo fossilizzando solo su alcuni fiori. Volevo festeggiare solo quel fatidico zero senza ricordare quello che mi ha portato fino a qui.

Quindi non organizzerò niente di plateale, festeggerò come si addice a me, volta per volta, persona con persona, momento per momento.
In soluzione di armoniosa continuità, fiore dopo fiore.

Senza fiori recisi, solo i fiori dell’affetto delle persone care.
In onore della botanica.