Ho intrapreso moltissimi diversi  percorsi di crescita personale per sentirmi bene e per accettarmi come persona ma soprattutto come donna. 

Ho appreso tecniche, letto teorie, eseguito pratiche, ricerche, studi di testi.  

Ho conseguito un master in letteratura femminile.

A questo devo aggiungere le esperienze di vita come figlia, sorella, cognata, moglie, amante, madre, amica, collega, insegnante, sostenitrice, vicina di casa. 

Ogni libro letto, ogni testimonianza, ogni esperienza, ogni amore, ogni perdita, ogni amicizia ogni delusione, ogni gioia mi ha portato dove sono adesso come persona e come donna e ne sono riconoscente e felice. 

A volte però queste lunghe e a volte faticose ricerche ed esperienze personali si rivelano quasi “fatica sprecata” rispetto alla facilità di accettarmi e sentirmi bella così come sono con pochissimi  ingredienti: musica, movimento e compagne di danza!

L’8 Marzo eravamo almeno 40 donne provenienti da tutto il mondo accomunate proprio dalla voglia di danzare insieme, anche dalla propria intimità casalinga.

La mia idea era quella di invitare chi voleva a 30 minuti di pausa di danza a metà giornata. 

Volevo che ci ritagliassimo tutte un piccolo spazio in questa giornata speciale con unico intento, semplice e puro: ballare insieme e celebrarsi. 

Unite dal desiderio di sentirci vicine, di condividere leggerezza, gioia e un momento per noi.

Il risultato è stato che oltre 40 donne hanno aderito e ho avuto il piacere di vedere tutti queste meravigliose persone che si muovevano al proprio ritmo, che sorridevano, ma che formavano anche un corpo unico, un corpo che esprimeva bellezza, forza, gioia femminile.

Faccio questo lavoro perché così mi ricordo di “prendere” la medicina ogni giorno. 

La medicina che mi fa sentire bene e bella così come sono.

La medicina dell’auto accettazione confezionata in pillole di danza. 

Questa  medicina  mi aiuta  a rarefare i pensieri e mi riporta alle sensazioni piacevoli. Una medicina che ha effetto non solo durante il movimento ma in ogni momento della mia giornata.

Anche se non danzo mentre sto scrivendo adesso, le mie dita e tutto il mio corpo lo stanno facendo.

Sento il polso cambiare posizione sulla tastiera del computer, le dita premere i tasti, i piedi un pò freddi muoversi un pò nelle pantofole, il leggero contatto dei capelli sulla fronte, un piccolo prurito al collo, le labbra un pò screpolate. 

Questa medicina mi fa sentire prima di pensare. Sentire mi rimette in carreggiata. 

Anche se la mente può classificare le labbra screpolate come antiestetiche, sentirle ed esplorare le sensazioni del labbro superiore o inferiore riattiva la piacevolezza e  mi viene voglia di muoverle, di farle ballare, di guardarle.  E così labbra screpolate possono diventare fonte di curiosità, ascolto, movimento, di danza.

Forse oggi mentre ballo le labbra si muoveranno a ritmo di musica, verranno trascinate dalla danza.

E così forse i polsi, i piedi, i capelli  e tutto il corpo. E mi sentirò bella. 

Questo è quello che ho visto l’8 Marzo nella nostra pausa di danza: ho visto donne che si permettevano di sentirsi belle, anche solo per trenta minuti. 

Se è così semplice perché spesso ci dimentichiamo e adesso mi riferisco a tutti, uomini e donne, della nostra bellezza? 

Dobbiamo solo prendere sempre la medicina!