Sono piena di punture di zanzara e non faccio altro che scoprirne di nuove, mentre le vecchi prudono sempre di più.     È un pò come avere una cartina geografica dei posti dove sono stata: sulla coscia un pizzico di tafano in spiaggia a Carloforte, alcuni becchi sulla caviglia destra risalenti al Poetto di Cagliari, vecchi ponfi senza collocazione sulla spalla sinistra, così come inspiegabili e non localizzati becchi all’attaccatura dei capelli.

Forse posso collocare alcune punture di zanzara sui polsi a Bari Sardo oppure alla birreria di Rimini.

Uno sotto il mento più recente, forse a Bologna. Ricordi persistenti di momenti trascorsi.Ricordi impressi poco dolcemente sul corpo. Ma non solo questi piccoli fastidi sono i ricordi impressi su di me.

Con Nia ho imparato a coltivare una pratica che in realtà conosciamo tutti da sempre, ma tanto spesso dimentichiamo perché facciamo più spesso riferimento alla mente. La pratica è : “Ricordare con il corpo”.

Come si pratica?

Basta fermarsi un pò e  chiedere ai sensi di ricordare.

Il corpo ha sicuramente immagazzinato ricordi, e non  solo punture di zanzara. Quando ricordo con  il corpo mi ritornano sensazioni che sembravano scomparse e insieme alle sensazioni mi si riaccendono immagini, parole, emozioni.

Dove la memoria pian piano vacilla o cancella, il corpo ricorda.

Ricordo perfettamente odori di momenti o persone importanti della mia vita: l’odore delle tende del campeggio dove dormivamo, la morbidezza del collo di pelliccia di mia nonna, il sapore del dolce di castagne che preparava mia zia.

Così oggi chiedo al corpo di far riaffiorare i momenti del mio recente soggiorno/ retreat in Sardegna e subito vengo pervasa da immagini, colori, odori, suoni, percezioni tattili, sapori.

Allora riaffiora il  colore e il sapore dell’acqua delle diverse spiagge, il massaggio dei bianchi sassolini sotto i piedi, la voce delle persone attorno a me mentre riposavo a bordo vasca, le lucertole che mi attraversavano la strada mentre andavo nello spazio per le attività, il fruscio delle ali degli uccelli che passavano vicino alla mia finestra aperta, il gracidio serale delle rane, la freschezza dell’aria al passaggio delle nuvole durante una camminata mattutina  con il gruppo.

Così come riaffiora la sensazione delle lacrime di commozione che mi rigavano il viso durante la lettura della  poesia di Julia, una insegnante che partecipava al retreat. Le spalle ricordano la sensazione di rilassatezza durante le chiacchiere serali dopo cena, la sensazione di benessere di un tuffo in piscina dopo le attività, il contatto delle tante  mani durante momenti finali delle lezioni, l’odore dello spazio di Nia, il fragore delle risate in piscina, il suono delle  voci, i diversi timbri, le lingue diverse che si mescolavano a tavola.

Tutto questo e tanto altro è stato per me il retreat in Sardegna.

Se chiudo gli occhi e mi lascio guidare dal corpo posso recuperare memorie piacevoli e “allungare” il benessere del viaggio.

La mente, contrariamente al corpo, ha il compito di analizzare, giudicare, ricordare, riorganizzare, ma a volte stravolge la purezza delle sensazioni.

Chissà, magari avete voglia anche voi di sedervi un attimo dopo la vostra vacanza e lasciare che la memoria del corpo faccia riaffiorare sensazioni vissute, vi garantisco che per quanto banale possa sembrare, ricordare momenti piacevoli impressi in noi attraverso i sensi ha un effetto benefico sul nostro essere e prolunga l’effetto vacanza.

 

Buona Estate a tutti!